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Cessione del quinto e fondo pensione: come funziona?
Cessione del quinto e fondo pensione

Cessione del quinto e fondo pensione: come funziona?

Attraverso la cessione del quinto, un soggetto può accedere a una particolare forma di finanziamento che comporta il rimborso del credito ottenuto attraverso una trattenuta mensile sul cedolino, pari appunto a un quinto della retribuzione

Si tratta di un’opportunità riservata a lavoratori dipendenti e pensionati, e se il debitore è iscritto a un fondo pensione, questo finanziamento può avere delle ripercussioni sulle prestazioni che è possibile richiedere al fondo.

In questo articolo vedremo dunque cos’è e come funziona la cessione del quinto, per poi approfondire la relazione tra il finanziamento e l’adesione al fondo pensione.

Andremo poi ad analizzare, caso per caso, cosa comporta la presenza di un finanziamento con cessione del quinto in essere quando l’aderente al fondo pensione richiede una delle possibili prestazioni, prima o dopo il pensionamento.

Cos’è la cessione del quinto? 

La cessione del quinto è una forma di finanziamento che rientra nella categoria dei prestiti personali. Vediamo la definizione di prestito personale fornita da Banca d’Italia:

“consiste nel finanziamento di una determinata somma, che viene utilizzata per bisogni personali o familiari: ad esempio per l’acquisto di un’auto, di un televisore, di un corso di lingue, o di tutte queste cose insieme. Per questo si dice che è una forma di credito non finalizzato: non è cioè collegato all’acquisto di uno specifico bene o servizio.”

I lavoratori dipendenti e i pensionati possono accedere ai prestiti personali anche con forme diverse di finanziamento, che consistono poi nella restituzione del capitale e degli interessi attraverso il versamento periodico delle rate attraverso un bonifico o dei bollettini.

Nel caso di questi particolari soggetti, il rimborso può avvenire appunto cedendo un quinto del proprio stipendio (o della pensione)

La rata viene trattenuta direttamente in busta paga dal datore di lavoro, che poi provvede a versarla al creditore (banca o società finanziaria).

Cessione del quinto e garanzia del fondo pensione

La cessione del quinto è inoltre un prestito garantito, dal momento che il creditore, in caso di mancato pagamento di una o più rate, può rivalersi sul trattamento di fine rapporto.

Ed è proprio il TFR a legare questa forma di finanziamento all’eventuale adesione del lavoratore a un fondo pensione negoziale, dal momento che il lavoratore in questo caso sceglie di conferire il trattamento di fine rapporto a questa particolare forma di previdenza complementare, facendolo confluire nel montante che servirà a determinare la pensione integrativa futura.

La garanzia della cessione del quinto, in questa eventualità, non è più depositata in azienda ma passa al fondo pensione. Un aspetto, questo, da tenere ben presente ogni qualvolta si decida di chiedere una prestazione al fondo, dal momento che potrebbe rendersi necessaria una comunicazione al creditore ed eventualmente l’autorizzazione da parte dello stesso per procedere con la liquidazione degli importi richiesti.

In sostanza, con una cessione del quinto attiva, l’aderente a un fondo pensione non può disporre liberamente degli importi accumulati nel fondo stesso senza renderlo noto anche al creditore.

Cessione del quinto e prestazioni del fondo pensione

Analizziamo, adesso, caso per caso, quali sono le implicazioni della presenza di un finanziamento con cessione del quinto nel caso in cui l’aderente richieda una prestazione al fondo pensione, sia prima che dopo il pensionamento.

1. Anticipazione

Gli aderenti a un fondo pensione negoziale, come Telemaco, possono chiedere delle anticipazioni prima del pensionamento, per un importo fino al 75% del montante accumulato, in caso di spese mediche o di ristrutturazione/acquisto della prima casa per sé e per i propri figli. Inoltre per spese non documentate, l’anticipo può essere concesso fino al 30%.

Nel caso delle anticipazioni per spese sanitarie, il fondo pensione verserà all’aderente quanto richiesto, a condizione che l’importo dell’anticipazione non superi il 60% della posizione accumulata. Il fondo pensione comunicherà comunque l’avvenuto versamento all’intermediario finanziario.

Qualora l’importo dell’anticipazione richiesta superi il 60% della posizione accumulata, il fondo comunicherà all’intermediario finanziario la richiesta di anticipazione, dando evidenza degli importi da erogare a titolo di anticipo e dell’entità della posizione residua. Se quest’ultima dovesse risultare di importo inferiore al debito residuo, il creditore avrà la facoltà di approvare o respingere l’erogazione per l’importo totale richiesto.

In tutti gli altri casi di anticipazione, l’aderente riceverà la prestazione, soltanto previa autorizzazione del creditore, qualora la posizione residua sia di importo inferiore al debito residuo.

Per avere maggiori dettagli sugli anticipi, invitiamo a consultare le nostre guide:

2. Riscatto

I riscatti rappresentano la possibilità di liquidare in tutto o in parte la propria posizione individuale, in casi specifici, ad esempio una prolungata disoccupazione (superiore a 12 mesi), la presenza di procedure di mobilità, un’intervenuta invalidità, oppure un cambio di lavoro con un nuovo CCNL, con conseguente perdita dei requisiti di partecipazione al fondo negoziale.

In questi casi, se siamo in presenza di un finanziamento con cessione del quinto dello stipendio, il creditore avrà il diritto di richiedere e ottenere la parte di riscatto che corrisponde all’importo del debito residuo ancora da rimborsare. Dunque, in caso di riscatto, l’aderente al fondo pensione ottiene soltanto la differenza tra montante riscattabile e debito residuo, sempre che tale differenza sia positiva.

Per approfondire, invitiamo a consultare la nostra guida Come richiedere il riscatto a Fondo Telemaco.

3. Trasferimento

In caso di trasferimento da un fondo pensione a un altro, il fondo di partenza deve comunicare al creditore i dati del fondo pensione presso il quale l’aderente ha trasferito la posizione, in modo che l’intermediario finanziario interessato possa notificare tempestivamente al nuovo fondo il contratto di finanziamento con cessione del quinto. 

In questo caso si tratta esclusivamente di obblighi comunicativi, dal momento che il creditore non avrà diritto di opporsi al trasferimento, dal momento che questa forma di prestazione non intacca il montante accumulato.

4. RITA

In presenza di un finanziamento con cessione del quinto, in caso di richiesta di rendita integrativa temporanea anticipata (o RITA, un anticipo pensionistico a cui è possibile accedere a determinate condizioni e comunque in prossimità del pensionamento) il fondo pensione verserà:

  • all’aderente i 4/5 dell’importo dedicato alla RITA;
  • all’intermediario 1/5 dell’importo dedicato alla RITA.

Per approfondire l’argomento, invitiamo a leggere il nostro articolo Cos’è la Rendita integrativa temporanea anticipata (RITA).

5. Pensione integrativa 

Infine, veniamo alla prestazione dopo il pensionamento, cioè alla pensione integrativa.

Se è ancora in corso un finanziamento con cessione del quinto dello stipendio, esiste un vincolo sulla liquidazione dell’importo richiesto dall’aderente.

Il fondo pensione, infatti, è prima tenuto a versare al creditore l’importo del debito residuo, entro il limite massimo di un quinto della posizione individuale maturata. Dunque l’aderente percepirà, in presenza di cessione del quinto, almeno i 4/5 di quanto accumulato fino al pensionamento.

Per approfondire, consigliamo la consultazione delle nostre Linee guida cessione del quinto

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.

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